A Rossano incontro informativo sulla celiachia

Una valida iniziativa di carattere sociale, oltre che culturale e, per certi versi, scientifico, è stato realizzato a cura  dell’Aic, Associazione italiana celiachia, insieme alla Farmacia Noto di Rossano Scalo e all’Age, Associazione genitori, con il supporto di alcune aziende sensibili alla tematica. L’iniziativa, che ha avuto luogo presso la Masseria Mazzei, ha visto la partecipazione di numerosi ospiti e di una folta e interessata platea. L’incontro, diviso in due sessioni, è stato formativo/informativo. Si è dato il via alle attività con i saluti di Anna Cannizzaro, presidente regionale Aic Calabria e di Pina De Martino, dirigente scolastico dell’Itis “E. Maiorana” di Rossano. Il compito di moderare i lavori è toccato alla dottoressa Eliana Noto, farmacista nella città di Rossano e al dott. Giuseppe Diaco, pediatra presso l’ospedale di Corigliano Calabro.

            La prima relazione è stata curata dalla dottoressa Caterina Pacenza, gastroenterologa pediatra presso l’ospedale di Crotone, nonché presidente del Comitato scientifico Aic. Ha affrontato vari argomenti, fra cui i quadri clinici della celiachia, il giusto approccio e la diagnosi. La dottoressa Pacenza ha illustrato il consumo del glutine negli ultimi 10 mila anni. “C’è bisogno”, ha detto, “di ricercare i celiaci ignoti. La celiachia è silente”. Ha spiegato che si sta registrando un aumento dei casi di celiachia anche in età adulta. Dunque, il bisogno di sottoporsi a esami per verificare se si è celiaci.

             La dottoressa Eliana Noto, che insieme alla sorella/collega farmacista Marilina Noto sono impegnate quotidianamente nell’omonima farmacia di Rossano, ha evidenziato anche l’importanza sociale del farmacista nei confronti dei celiaci e delle rispettive famiglie. Infatti la farmacia rappresenta il primo presidio sanitario, dove è possibile avere un approccio diretto con un professionista che, oltre fornire ai propri clienti i farmaci a essi prescritti, sa indicare gli specialisti a cui far riferimento e, soprattutto, sa ascoltare le difficoltà e i problemi di chi sta di fronte. 

            La dottoressa  Vittoria Paletta, pediatra di famiglia, nonché presidente Age della sezione Jonio cosentino, ha affrontato il  tema “Il pediatra e la celiachia”. La professionista che lavora giornalmente con i bambini, ha parlato del bisogno di fare “rete” fra le associazioni. Da qui  connubio, nell’organizzazione dell’evento, fra l’Aic e l’Age: due sodalizi che si occupano, anche, di educazione e formazione degli individui. Insieme alla Farmacia Noto, una triade perfetta che ha consentito di trattare la tematica da angolazioni diverse. “I pediatri di famiglia”, ha detto la dottoressa Paletta, “sono sempre in prima linea anche da un punto di vista psicologico”. Ha spiegato che la celiachia oggi è diffusa a livello mondiale, mentre prima era considerata tipica dei paesi occidentali. Ha sottolineato che il glutine ha un effetto tossico nei confronti dei celiaci. Ha fatto notare che la celiachia è ancora oggi considerata da molti una patologia tipica dell’età  infantile. Negli ultimi anni l’utilizzo di metodiche diagnostiche non invasive ha consentito la migliore conoscenza delle proteiformi manifestazioni cliniche e ha permesso diagnosi più frequenti in età adulta  e persino in quella anziana.

            La dottoressa Irene Teresa Cantaffa, biologa nutrizionista, ha relazionato su “La terapia: dieta e sue alternative”. Ha messo in luce che la celiachia è una condizione di grande impatto sociale. Prima viene accertata e meglio è, perché si evitano ulteriori problemi. “A volte”, ha lanciato un monito, “il glutine è presente in alimenti in cui non si immagina possa esserci”. La dottoressa Cantaffa, ha tracciato le linee guida per una dieta sicura. Ha fatto rilevare che dopo la diagnosi è necessaria un’azione educativa per il paziente e per i suoi familiari.

            La dottoressa Valentina Pometti, anch’essa biologa nutrizionista, ha relazionato su “La dieta dell’adolescente celiaco”. Ha messo in evidenza che “dopo la diagnosi”, ha detto testualmente, “la celiachia diventa una condizione”. Se la diagnosi viene fatta allo svezzamento il bambino non conosce altre forme di alimentazione, quindi, risulta meno difficoltoso utilizzare un’alimentazione adeguata. La dottoressa Pometti ha sottolineato che in natura esistono tanti alimenti senza glutine.

 Nella seconda sessione ha avuto luogo una prova pratica di cucina senza glutine e, a seguire, un corso formativo per ristoratori e tutor volontari dell’Aic, a cura del prof. Antonio Cantaffa. I tutor hanno un ruolo ben preciso: monitorare periodicamente i ristoranti del territorio di appartenenza che sono accreditati come “senza glutine”. I ristoranti che scelgono di preparare pietanze senza il glutine vengono inseriti su un’apposita guida Aic. 

             

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